Il micromosaico è una tecnica di produzione del mosaico
presentata per la prima volta a Roma intorno alla metà del ‘700 nella bottega
del mosaicista Giacomo Raffaeli. Discendente di una famiglia di fornaciari che
realizzavano al forno l’impasto vitreo ricavandone tessere per il mosaico, Raffaeli
perfezionò la tecnica fondendo un composto siliceo che poteva essere
trasformato in bacchette dalle quali ricavare delle minute tessere per
realizzare il micromosaico.
Questa tecnica prese piede fra i mosaicisti dello
Studio del Vaticano e nei laboratori
artigiani che nascevano a Roma dove si realizzavano opere raffiguranti soggetti neoclassici, fiori,
animali, scene di vita popolare e in particolare vedute di monumenti romani
destinate a diventare souvenirs di alta qualità per l’aristocrazia europea che
visitando le bellezze italiane, in particolare Roma, diede vita all’epoca del
Gran Tour.
Già dalla fine del ‘700 in tutta l’antica Europa e in
Russia troviamo collezioni di gioielli in micromosaico appartenuti a Regine e
nobili che ora si possono ammirare nell’Hermitage Museum di San Pietroburgo e
nei Musei Vaticani.
Sono sempre alla ricerca di questi preziosi oggetti,
in questo caso sono venuta in possesso di un micromosaico su base di onice raffigurante
uno scorcio di Roma, forse del Foro
Romano che faceva parte di un bracciale della metà dell’’800, l’ho
montato con una catenina antica d’argento, diaspro rosso piccole gocce di vetro
nero e un bottone in filigrana d’argento coevo della miniatura.
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